domenica 18 ottobre 2009

La notte più lunga, il giorno più lungo

Dicono che il tempo sia galantuomo, non fa sconti, nè tranelli, scorre sempre uguale per tutti. Eppure. Eppure ci sono giorni in cui il tempo sembra non passare mai ed altri in cui venderesti l'anima al diavolo perchè si fermasse. Ma prima che te ne accorga, è già passato. Sembra ieri, perchè il tempo, per me, si è fermato. Ed invece passeranno altri giorni ed altre notte, e altro tempo si aggiungerà al tempo. Niente sconti, niente inganni. Dicono che la vita continua e che, piano piano, tutto torna al suo posto. Dicono che è il ciclo naturale della vita e che presto sarò ancora felice. Io so solo che il mondo va avanti, ma io sono sospesa a quel giorno. Fuori dal tempo. Quella notte e quel giorno che mi sembra siano durati secoli, ma che sono in realtà scivolati via così in fretta. Prima piangevo per qualcosa che sapevo sarebbe accaduto. Oggi rivorrei indietro quell' inconsapevolezza e quella sensazione di non dovermi troppo preoccupare, perchè non è qui, non è adesso. Adesso, è già ieri. Eppure è anche qui, ora, e sarà con me anche domani e tutti i giorni che verranno.

La fine del mondo

Avrei voluto scrivere ancora dell' Africa, del viaggio al Sud, che ho lasciato a metà, della partenza e del ritorno a casa, e di Istanbul, ma poi è finito tutto. Da allora il tempo si è fermato e io ho cercato di non fermarmi mai, per non pensare, e di ricacciare indietro i pensieri che, comunque, continuavano a venir fuori. E' la fine del mondo, del mio mondo.
Perchè proprio ora? Non lo so neanche io, ma so che ne sentivo il bisogno. Pare che piangere sia catartico e aiuti un po' a lenire il dolore. Pare che il tempo, bontà sua, faccia il suo lavoro e sia il milgiore anestetico i circolazione. Forse è troppo presto, anche se ormai a me sembra solo troppo tardi.