mercoledì 24 giugno 2009

Gondar, ovvero Come ti spenno il faranji

Sono stata a Gondar. La citta' e' carina, il castello merita sicuramente una visita e ancor di piu' avrebbero meritato i Monti Simien, che purtroppo, per mancanza di tempo, ho dovuto tralasciare. Niente babbuini gelada, quindi, in compenso molte occasioni di essere turlupinata da esponenti della comunita' locale. Quando vieni in Etiopia non devi mai dimenticare (impossibile in realta' te lo urlano dietro ad ogni angolo) che sei un faranji (straniero, bianco), una specie di portafoglio con le gambe. Ovviamente questo non vale per tutti e in queste settimane ho incontrato anche tanta gente oneste e disinteressata. Diciamo che Gondar mi ha ricordato che e' sempre meglio tenere la guardia alta. Quel che mi da' fastidio non e' tanto pagare un panino non mangiato perche' non era quello che avevo chiesto o pagare un succo 3 volte il prezzo standard (si tratta di 3,5 euro al massimo) ma l'atteggiamento che ne ricavi. Mi accorgo giorno dopo giorno di essere diventata sospettosa e diffidente nei confronti di chiunque mi si avvicina e quando qualcuno mi ferma per la strada o comincia a parlare mi trovo sempre piu' spesso ad ignorarlo, o comunque a pensare alla fregatura, o a cosa si inventera' per spillarmi un po' di soldi. Il che e' triste, soprattutto perche' senza un contatto vero con la gente del posto ogni viaggio perde veramente qualcosa. Il mio ottimismo comunque, benche' messo a dura prova dall'alto tasso di truffatori riscontrato a Gondar, non e' ancora del tutto abbattuto.

giovedì 18 giugno 2009

te' caldo e stufetta

Alla fine la stagione delle piogge e' arrivata davvero. Da qualche giorno piove, o meglio grandina, e fa freddo. In 48 ore si e' passati da luglio a novembre, alla faccia delle mezze stagioni (che qui, giustamente non hanno mai visto). In ambasciata fa ancora piu' freddo che in citta', per cui combatto il gelo a suon di te' caldo e stufetta. Se non fosse che il calendario segna il 17 giugno, non ci sarebbe nulla di male. E poi dicono "caldo africano"...

venerdì 12 giugno 2009

ricevimento

Il 2 giugno, come sapete, e' festa nazionale. Ogni anno il nostro ambasciatore da' una festa in cui offre da mangiare (cibo italiano: prosciutto di parma, parmigiano) a tutti gli italiani in Etiopia e, soprattutto, a tutti i suoi colleghi et simili delle altre ambasciate, in una sorta di competizione all'ultimo pasticcino per chi fa il ricevimento piu' figo. Perche'ne va del buon nome dell'Italia, e tutto deve essere perfetto; tovaglie tricolori (!), vestiti impeccabili che neanche alla prima della Scala (tranne poi vedevi signore togliersi con disinvolturai tacchi a spillo e mettersi delle comode ballerine per non rimanere incastrate nel pratino), cibo ineccepibile e sopratutto abbondante. A tutto beneficio di noi comuni mortali, che dopo settimane di frutta (quando va benissimo), scatolette (quando va bene) e injera (quando si e' proprio disperati) possiamo far riposare un po' le papille gustative. La cosa piu' imbarazzante e' stata vedere fior di diplomatici e funzionari avventarsi sul buffet con un'ingordigia che manco il bambino lebbroso della strada..sembrava non mangiassero da settimane. evidnetemente il principio del " e' gratis, famme mangia'" non muore neanche ad alti livelli.Gli unici che, poverini, hanno a malapena toccato sono stati l'ambasciatore, la moglie e un altro paio di segretari & consorti, occupati a fare gli onori di casa fino alle due, quando ormai del sontuoso buffet non c'era piu' traccia.

giovedì 11 giugno 2009

Axum

Il 30 e 31 maggio sono stata ad Axum, ridente localita' nell'estremo nord del Paese, vicino Adua, un tempo capitale di una gloriosa civilta'. Venendo da Addis, l'ho trovata particolarmente piacevole, anche se poteva diventare "desolante" se mi fossi fermata qualche giorno in piu'. E' tranquilla, non ci sono praticamente macchina a parte i solito pullmini collettivi bianchi e blu, anche versione apino, l'aria e' respirabile, i cammelli e gli asini che camminano per le vie acciottolate laterali contribuiscono a creare quell'atmosfera da primi '900 che di per se' costituisce una ragione di visita. Veniamo alle steli: nel 2005 gli abbiamo restituito quella che e' ora la piu' grande delle steli intere( mi pare 26 metri, ma non ci giurerei) che e' stata rimessa in piedi solo nel 2008,in occasione del millennium (si hanno un calendario sfasato). Che poi, l'ho avuta sotto casa per una vita e guarda un po' che mi tocca fare 6000 km per vederla! Comunque da allora gli Etiopi ci vogliono un gran bene, ovunque, anche ad Addis, e' pieno di striscioni e manifesti inneggianti all'amicizia tra Etiopia e Italia. Grazie tante!
Accanto alla stele di Roma, ce ne sono altre: una abbastanza grande che sta in piedi per miracolo sorretta da un argano, e altre molto piccole, alte appena qualche metro. La cosa piu' impressionante pero' e' l'imponente stele che giace per terra in quattro pezzi accanto all'ingresso. Mi si perdoni l'ardito paragone, ma mi ha ricordato il vermone di tremors. pare che la stele, pesnate circa 700 tonnellate, sia venuta giu' nel momento stesso in cui hanno tentato di alzarla, in quanto le fondamenta erano troppo poco profonde per reggere il suo peso. Forse gli axumiti non erano proprio dei geni dell'ingegneria...Comunque Axum merita certamente una visita, anche se raggiungerla via terra e non via aereo come ho fatto io, sarebbe la cosa migliore, tempo permettendo.

martedì 2 giugno 2009

V.I.P. meeting

Venerdi' ho fatto il mio ingresso ufficiale nell'alta societa', accompagnando il nostro ambasciatore ad un meeting alla residenza dell'ambasciatore giapponese. La composizione degli invitati comprendeva una ventina tra ambasciatori e rappresentanti permanenti (WB, UE, etc..) e la sottoscritta, preda di grande imbarazzo, versione nano da giardino (immobile e muta) per buona parte della riunione. L'argomento del giorno era una relazione dell'ambasciatore cinese sulla situazione economica dell'Etiopia e sullo stato degli investimenti cinesi. Da notare;
- l'ambasciatore russo (o presunto tale, la faccia era da russo) sbadiglia clamorosamente con la bocca aperta, senza mano davanti0
-quello indiano beve il te' con il mignolo alzato!
-il padrone di casa, l'ambasciatore giapponese, ha notevoli doti da ventriloquo: parla con la bocca semichiusa, con una cadenza monocorde stile liturgia del mattino, per cui non si capisce niente. La consolazione e' che, a quanto mi e' stato detto, neanche gli altri capiscono nulla e rispondono sempre in maniera abbastanza vaga alle sue domande.