sabato 20 febbraio 2010

in difesa degli addii

Quando salutiamo qualcuno, con un bacio, un abbraccio o un semplice ciao tirato di fretta dalla porta, non crediamo mai che possa essere l'ultima volta che lo vediamo. Così ce ne andiamo veloci, lasciando sguardi sfuggenti e saluti sospesi, senza pensare che ogni volta che chiudiamo la porta, potrebbe essere l'ultima volta che vediamo qualcuno che amiamo. Che qualche ora potrebbe non esserci più. Così ci ha lasciato Cleo, troppo presto, troppo stupidamente, per colpa della stupidità umana. Così ci ha lasciato con il senso di colpa che deriva dall'incoscienza, la stessa che ti porta tutti i giorni a salutare di fretta, mentre già esci per la porta di casa. E mentre ti chiedi quanto un gatto possa risentirsi per un saluto affrettato, ripensi a tutte le volte che hai salutato qualcuno senza sapere che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avresti visto. Spesso mi sento dire "non mi piacciono gli addii". A me piacciono invece. Vorrei saperlo prima se chi sto salutando non lo rivedrò più, per poterlo salutare degnamente, per non avere rimpianti, per godermi di ogni singolo secondo che mi è concesso. Gli addii sono tristi, ma ancora più triste è il rimpianto di non aver salutato qualcuno che non c'è più, o che non puoi rivedere più.

sabato 6 febbraio 2010

Barcelona

Una settimana fa stavo a Barcelona. Volendo, potrei chiudere qui, già si capisce il dramma della mia condizione attuale. Un po' rimbambita per via del poco sonno, a quest'ora passeggiavo per la ribera tornando dalla Sagrada Familia. Barcelona è stata una sorpresa. In senso buono. Mi portavo dietro un bel po' di pregiudizi, maturati negli anni dal fatto che, come Londra, mi sembrava la "città preferita dagli italiani", quella che tutti gli under 30 avevano visto almeno una volta. E siccome non ho molta stima del viaggiatore medio italico, ecco che temevo di atterrare in una rimini ispanica, un paese dei balocchi pieno di turisti maleducati del Belpaese. E invece. Oddio, turisti italiani ce ne erano, e tanti, era un continuo sentire le conversazioni degli altri. Però mi è piaicuta tanto, caspita. Quanto Madrid, forse di più. Beh, insomma, se la giocano. Adesso la domanda é: quando ci torno?Direi che maggio-giugno può andare.

giovedì 4 febbraio 2010

La vita fugge, e non s'arresta un'ora.

Eccomi, già febbraio, quasi un mese che non scrivo più...devo ancora finire di parlare del Giappone e già mi trovo indietro con Barcellona. E' il tempo che non basta mai, o sono io che non voglio trovarlo per mettere a posto le cose qui, perchè ogni volta mi accorgo che ce ne sarebbero anche altre, da sistemare. Dovrei dire di Istanbul, che l'ho saltata a piedi pari, e tutti sanno perchè. E ancora avrei tanto da dire dell'Africa, ma ormai, mi dico, ormai sembra passata una vita, è passata una vita, e cosa importa. A chi interessa poi. Ma non è questo punto il punto. Il punto è che, mi dico, finchè non sistemo tutti i tasselli non riuscirò ad andare avanti. La verità è che forse non sono ancora pronta, e tengo tutto lì, come un armadio che sai di dover riordinare e che non apri perchè sai anche che il contenuto ti cadrà tutto addosso. E rimandi, rimandi. Passano i mesi, ma qui mi sembra tutto fermo. Oppure no. Se penso a tutto quello che è successo in questi mesi, i posti che ho visto, le persone che ho conosciuto, ecco che sento forte il senso della vita che scorre, della vita che va avanti. Ma quale vita? Quest'altra vita a volte mi sembra appena sopportabile, altre sento che semplicemente non m'appartiene ed altre ancora ci faccio i conti e decido che, essendo l'unica che mi rimane, devo cercare di viverla al meglio che posso, nonostante tutto. So che preferivo quella di prima, ma ormai è andata. E ancora una volta la finisco qui, che già capisco perchè non volevo scrivere qui.
Domani provo ad aggiornare su Barcelona, e poi chissà.