sabato 9 gennaio 2010

Spotting a geisha (or two) in the Gion district, Kyoto

Dicono che avvistare una Geisha sia uno dei motivi per cui vale la pena venire in Giappone. Non l'unico, certo. Ma è sicuramente tra le esperienze più belle che si possano fare. Il fatto che il verificarsi di questo evento sia così raro lo rende ancora più affascinante. Non voglio paragonarlo alle eclissi solari o al giubileo, sia chiaro, però non è così facile come sembra. Molti pensano: in Giappone sarà pieno di Geishe. Non è così, soprattutto oggi che la loro tradizione sta venendo meno. La stessa Kyoto, la città delle Geishe, non ne pullula. L'unica speranza è passeggiare per Gion, il quartiere dove si trovano, e sperare di incontrarne una. Io c'ero andata, la sera prima, ma senza successo. Ed ecco che, di ritorno da Nara, la scelta di quale tempio vedere a kyoto nella parte rimanente della giornata, l'occhio cade sul kiyomizu dera. Ed è sulla strada per quel tempio che, inaspettatamente, vedo non una ma due geishe camminare a pochi passi da me. Meravigliose. Come mi hanno detto tutti, sono stata molto, molto fortunata. Lo so.

L'antica capitale, Nara

Nara, capitale nell'ottavo secolo per un breve periodo prima di Kyoto, è famosa per due cose: il tempio Todai-ji, l'edificio in legno più grande del mondo e i cervi sacri, che girano liberamente per i parchi dove ci sono templi e santuari, con puntatine non sporadiche in mezzo alla strada. Cervi senza le corna, poverini. Mi sa che qualche turista è finito infilzato e da allora gliele hanno tagliate. Comunque, dettagli pratici.
Son partita da Kyoto con il treno (normale, non alta velocità) che, puntualissimo, in 45 minuti mi ha lasciato a Nara. Dalla stazione, segui il flusso di gente (c'è sempre qualcuno, giappi e non solo) e arrivi al parco. Un buon indizio sonoi cervi, nonchè i venditori di biscotti per cervi. Quando cominci a vederli, sei sulla strada giusta. Il parco è bello, un po' pieno di gente come tutti i posti turistici, in più se consideri che per loro è anche un luogo di culto,ci vuole poco. il Todai-ji è veramente mestoso, degno della nomea che lo precede. Le foto parlano sole. Entri e vedi questo budda bello grosso (pare 16 m) e poi c'è quel buco nella colonna, a lato dove si dice che, chi riesce a passare, ha assicurata la buona sorte. Ovviamente il turista medio, anche se obeso e con 2 metri di spalle, prova a passare, con risultati per lo più raccapriccianti, con amici che tirano, parenti che spingono e panze che strabordano dall'apertura. Non è un paese per alti e grossi, a quanto sembra. Anche se, devo ammettere, ho visto gente che mi sarei aspettata di vedere incastrata passare nel buco con abilità sorprendente. Pare che sia tutto una questione di tecnica.
Detto questo, il complesso dei templi non si ferma al Todai-ji, e visto che era presto, ne ho approfittato per fare un giro più ampio, anche se certo, nessuno regge il confronto.
Nel pomeriggio sono rientrata a kyoto, per sfruttare ancora un po' di luce e vedere un altro degli innumerevoli templi che mi restavano. La scelta è caduta sul Kiyomizu dera, e per fortuna.