martedì 4 agosto 2009

Harar, le iene ed i masticatori di chat

Lo scorso week end siamo andate ad Harar. Avevo bisogno di sole, dopo un mese e mezzo di piogge ininterrotte. Il tutto e' stato un po' (tanto) improvvisato, visto che fino a givoedi' pomeriggio dovevamo andare tutti insieme ad Arba Minch, al sud, poi causa influenza improvvisa di Elisa (povera!) mi son trovata a riorganizzare il penultimo week end in un'ora. Detto fatto. Scese a Dire Dawa, siamo andate a vedere il mercato dei cammelli, dove un simpatico ma bavoso quadrupede ha scambiato i miei capelli per la bieta mattutina e stava per farci colazione (che sia indicativo del fatto che devo andare dal parrucchiere?chissa'!?!) e a kafira, il mercato principale, dove ci siamo immerse in un dedalo di bancarelle, che vedevano soprattutto verdura e spezie. Penso che qualunque spezia mi fosse mai balenato per la testa di acquistare, avrei potuto trovarla. E forse anche quelle che non credevo minimamente esistessero.
Poi ci siam spostate verso Harar. La LP la descrive come "un mondo a parte', qualcosa di completamente diverso dal resto dell'Etiopia e mi sento di confermare tutto. Ah Harar si sente tantissimo l'influenza araba e la vicinanza con la Somalia. Il cuore della citta' e' la parte vecchia, racchiusa nelle mura, vecchie di 500 anni. Anche se di solito preferisco evitare, stavolta sembrava indispensabile prendere una guida e cosi' ci siamo affidate a Lishan, che poi si e' rivelato gentilissimo e molto preparato. Lui ci ha permesso di entrare a visitare le case tipiche adare, ci ha spiegato la storia, usi e costumi del popolo e grazie a lui abbiamo anche assistito ad una cerminonia nuziale!O meglio, ai festeggiamenti che la precedevano. Tra l'altro qui i matrimoni sono considerati l'evento principe della vita, sorpattutto della donna, tanto che i festeggiamenti ed i preparativi vanno avanti per tutta la settimana che precede la cerimonia!Harar e' nota anche per il chat. Gia' e' diffuso ad Addis Abeba e nel resto del Paese, ad Harar che ne ' la patria e' proprio un'abitudine universale. Dicesi chat una pianta allucinogena che gli abitanti locali mangiano a piu' o meno tutte le ore del giorno, con cui si stordiscono e , purtroppo, placano l'appetito. Gli effetti sono veramente devastanti, soprattutto considerata l'altissima diffusione: pare che circa il 90% della popolazione di Harar ne sia dipendente. Pure le capre mangiano, tra l'altra erba, il chat. E le vedi barcollare per i vialetti acciottolati come le persone, in uno scenario a dir la verita' piuttosto desolante.
La cosa piu' impressionante di Harar e' stato comunque il pasto delle iene. Alla sera, tutti i giorni, l'uomo delle iene si presenta fuori dalle mura per compiere questo rituale. La cosa nasce 58 anni fa, ai tempi di una tremenda carestia, quando un religioso locale sogno' che nutrire le iene avrebbe posto fine alla fame. Da allora, tutte le sere due uomini si alternano per nutrire le iene, che escono dalla boscaglia in branco e vengono a prendere il cibo (interiora di cammello) dalle mani e soprattutto dalla bocca del temerario signore. (temerario per le interiora di cammello, direi!anche se teoricamente le iene sono animali piuttosto selvaggi e pericolosi, pare infatti che lui si fidi di alcuni animali tanto da porre la sua faccia a cinque cm dalla bocca dell'animale). Nell'immaginario colelttivo (Il Re Leone docet) le iene sono tutt'altro che animali simpatici e magari anche bruttarelli. A me invece son piaciute un sacco: son molto piu' grosse di come me le aspettavo, massicce, ma devo dire veramente affascinanti. E starci seduta a venti cm di distanza e' stata di certo l'esperienza piu' interessante di questo week end, ma direi anche in generale! Meno divertente e' stato quando il giorno Lishan ci ha rivelato che in realta' sedersi per terra non e' poi cosi' sicuro come mi aveva detto il giorno prima e che le iene, anche se sembrano addomesticate perche' vengono a prendere il cibo dall'uomo, non lo sono per niente e restano selvagge e pericolose come se le avessi incontrare nella savana!Buono a sapersi (DOPO!)!!

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