mercoledì 24 giugno 2009

Gondar, ovvero Come ti spenno il faranji

Sono stata a Gondar. La citta' e' carina, il castello merita sicuramente una visita e ancor di piu' avrebbero meritato i Monti Simien, che purtroppo, per mancanza di tempo, ho dovuto tralasciare. Niente babbuini gelada, quindi, in compenso molte occasioni di essere turlupinata da esponenti della comunita' locale. Quando vieni in Etiopia non devi mai dimenticare (impossibile in realta' te lo urlano dietro ad ogni angolo) che sei un faranji (straniero, bianco), una specie di portafoglio con le gambe. Ovviamente questo non vale per tutti e in queste settimane ho incontrato anche tanta gente oneste e disinteressata. Diciamo che Gondar mi ha ricordato che e' sempre meglio tenere la guardia alta. Quel che mi da' fastidio non e' tanto pagare un panino non mangiato perche' non era quello che avevo chiesto o pagare un succo 3 volte il prezzo standard (si tratta di 3,5 euro al massimo) ma l'atteggiamento che ne ricavi. Mi accorgo giorno dopo giorno di essere diventata sospettosa e diffidente nei confronti di chiunque mi si avvicina e quando qualcuno mi ferma per la strada o comincia a parlare mi trovo sempre piu' spesso ad ignorarlo, o comunque a pensare alla fregatura, o a cosa si inventera' per spillarmi un po' di soldi. Il che e' triste, soprattutto perche' senza un contatto vero con la gente del posto ogni viaggio perde veramente qualcosa. Il mio ottimismo comunque, benche' messo a dura prova dall'alto tasso di truffatori riscontrato a Gondar, non e' ancora del tutto abbattuto.

1 commento:

  1. perche' desideri il contatto con la gente ? sono tutti poveracci che cercano di sbarcare il lunario, quindi di scroccarti dei soldi , che altro puoi aspettarti ?

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