mercoledì 8 luglio 2009

Riding horse on Wenchi lake

Tra le tante cose che avrei pensato di poter fare nel mio viaggio africano, forse questa era l'ultima, o stava appena piu' su di " masticare chat ed ubriacarsi col tej- un vino locale fatto col miele, nda-, ma sono andata a cavallo. Non che la cosa sia cosi' eccentrica, in realta', ne' c'era bisogno di fare 6000 km per provare quest'esperienza, c'e' un maneggio vicino a Perugia che con 30 euro e un'oretta di tempo soddisfa qualunque curiosita'. E' che non mi era mai passato per la testa, piu' banalmente. E invece, trovandomi a ridiscendere le pendici del monte Wenchi per raggiungere il lago vulcanico omonimo, ci hanno proposto-imposto i cavalli. Proposto nel senso che alla fine potevo anche rifiutare, ma
1- l'esperienza mi attirava in se'
2- la "passeggiata", soprattutto a risalire, non era delle piu' semplici e a farla a piedi avremmo impiegato tre ore, nonche' metri cubi di ossigeno supplementare- a 3000 metri, si sa, non e' proprio come passeggiare in riva al mare.
Per cui, benedetti cavalli, e, nonostante gli acciacchi del giorno dopo, l'esperienza e' stata veramente divertente. Aggiungi che sono riuscita a non farmi disarcionare ne' a cadere dall'altra parte nel tentativo di salure, per cui posso ritenermi piu' che soddisfatta.
Il lago e la montagna sono magnifici, meno entusiasmante il monastero (chiuso, pero' mica ce l'hanno detto prima che pagassimo la traversata!) dove all'interno avremmo dovuto trovare la campana di fasiladas...Nota di merito ai gipeti che volteggiavano sopra di noi (e la scena si fa aulica...) e nota di demerito al tempo, da 'stagione delle piogge" doc, a cui peraltro incomincio a fare l'abitudine. Il mio umore e' ormai novembrino ogni mattina e se per rara congiunzione astrale positiva quando mi alzo non diluvia invoco il miracolo divino.

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