giovedì 16 luglio 2009

Bahir Dar, il Lago Tana e le cascate del Nilo Azzurro

Altro week end out of town, un po' mordi e fuggi. Il che significa sveglia ore antelucane per prendere l'aereo, full immersion di due giorni e riprendi l'aereo meno di 36 ore dopo. Questa volta poi sono stata anche fortunata perche' da Bahir dar per tornare ad Addis i voli non sono solo mattutini, ma ce ne e' uno alle 22.00 che mi ha consentito di sfruttare anche la domenica. Sabato mattina sono andata prima al mercato (niente di che, quello di Addis e' decisamente un'altra cosa) e poi a fare un giretto per questa localita' che fa un po' paesino di mare. I lunghi viali di palme, le biciclette, le rive del lago, i locali che servono succhi freschi sulla strada, se non fosse per i bambini che al solito ti rincorrono per chiederti qualcosa, la gente che dorme per terra e cammina scalza anche in mezzo al fango coperta di stracci, quasi quasi non sembrerebbe di stare in Etiopia. Il pomeriggio sono stata sul lago insieme ad un ragazzo americano, giro in barca e visita a qualche monastero. Piccola nota: la misoginia dei monaci locali mi ha impedito di visitarne alcuni, dove fuori campeggiava un bel cartello con su scritto "ladys are not allowed". E lasciate perdere l'errore di ortografia. E' che le donne, dicono, li distraggono dal pregare. Tale fobia e' talmente acuta che qualcunque esponente del genere femminile viene ricacciato indietro, comprese capre e galline. Che, a dirla tutta, non ho visto particolarmente desiderose di varcare le sacre soglie. Soprattutto le capre, poverine, direi, visto che gli antichi manoscritti conservati- alcuni vecchi di oltre 900 anni- sono fatti interamente di pelle di capra. Quante capre ci abbiamo rimesso la pelle per la grafomania dei saggi, non e' dato sapere. Il giro in barca si e' concluso alla sorgente del Nilo Azzurro, dove il fiume, emissario, lascia il Tana per andare a raggiungere il Nilo Bianco in Sudan. A salutarlo pellicani (centinaia) e qualche ippopotamo.
Domenica mattina sono andata a vedere il palazzo di haile' selassie, dopo che un furbissimo guidatore di baracchino mi aveva portato alla scuola di Haile' Gebreselassie, noto podista etiopico, tra l'altro ancora piuttosto in salute direi, ma gia' con una scuola intitolata. Il Palazzo non e' niente di che, sulla LP si accennava ad una fontana a cascata, ma data la scarsita' di acqua, hanno ragionevolmente deciso di chiuderla. In compenso dalla collinetta di gode di una bella vista sul Nilo. Il pomeriggio, complice l'inaspettato sole, sono andata alle famose cascate del Nilo Azzurro, su cui peraltro non avevo alcuna aspettativa, causa la diga che da qualche anno pare le abbia prosciugate. La passeggiata per arrivarci e' molto bella, e vale da sola i 45 minuti di strada sterrata-uccidi fondoschiena che ti devi sorbire per arrivarci. l'attraverso del fiume in canoa con un vecchio che canta e suona lamentoso uno strumento, suonando le mani come delle nacchere e' una chicca imperdibile. Arrivata a questo punto, le avessi trovate asciutte mi sarei comunque sentita soddisfata

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